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Ghonim Mohamed

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La Foglia di Fico e altri racconti

La Foglia di Fico e altri racconti

Mohamed Ghonim ha fatto un’altra volta centro. Nel suo albo delle vittorie c’è un nuovo premio. Grazie alla sua ultima pubblicazione, un libro di racconti dal titolo “La foglia di fico e altri racconti”, si è classificato al quinto posto al “XII Concorso Letterario Internazionale Giovanni Gronchi”, che si è svolto a Pontedera.“Sono molto orgoglioso di questo quinto posto – ci spiega Ghonim – a questo concorso hanno partecipato alcune migliaia di opere. Ne “La foglia di Fico” si possono leggere sei racconti, ed in ognuno di essi ho voluto rappresentare il dramma di una vita con i suoi significati profondi”. “La foglia di Fico”, “Il mantice”, “Quella del fazzoletto bianco”, “La mano invisibile”,“Il canto della libertà” e “L’opulenza”: in ognuno di questi racconti vediamo dei personaggi che sono uniti da un solo filo conduttore: la ricerca. Ci sono uomini che fuggono da un passato che li perseguita e uomini che vogliono disperatamente raggiungere i loro obiettivi.

Nelle storie di Ghonim non esistono momenti di stasi, tutto è movimento e cambiamento. L’intreccio complicato si delinea sin dalle prime righe e si conclude con il classico colpo di scena, ma la sua formula non è tradizionale, non cade in descrizioni manieriste. Vengono presi in considerazione le problematiche da sempre radicate nell’uomo, come il rapporto padre-figlio sviluppato in due racconti di questa raccolta, “Quando cade la maschera” e “Il mantice”, o le difficoltà delle donne nel mondo di oggi, che emergono nello splendido racconto intitolato “Il canto della libertà”.

La narrazione di Ghonim è comunque sempre allusiva di un’altra realtà simbolica, che si vorrebbe contrapporre alla verità dei difficili rapporti umani. Rapporti che segnano l’esistenza degli esseri umani, uomini e donne, anziani o bambini, durante tutto l’arco della loro vita. Rapporti che dall’esterno possono apparire sereni, senza ostacoli, ma che, nel profondo dell’essere, vengono vissuti con tensione, perché manca la capacità all’uomo di lasciarsi andare liberamente, di capire l’altro che sia il compagno di una vita o l’amico di un occasione.

La Gazzetta (Lunedì 11 Gennaio 1999)

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