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Ghonim Mohamed

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Mohamed Ghonim: «Ovunque vada cerco di costruire perché credo nell’umano»

Mohamed Ghonim: «Ovunque vada cerco di costruire perché credo nell’umano»

a cura di Camille Eid

Nato nel 1958 ad El-Menoufia, in Egitto, Mohamed Ghonim si è trasferito in Italia una trentina d’anni fa. Autore di poesie e pièce teatrali, studioso di psicologia, in Italia ha esordito nel 1994 e nelle sue opere si amalgama la cultura araba a quella occidentale.Il suo primo libro è Il segreto di Barhume pubblicato da Les Cultures, l’associazione multietnica di cui è membro onorario. Il suo Tramontana viene inserito nell’antologia Memorie in valigia che viene molto apprezzato dai ragazzi e dalle scuole. Ghonim ha acquisito la cittadinanza italiana senza perdere la sua innata personalità, modellata sulle scie di tradizioni e di visioni della vita che sono continue sfumature di una concezione dell’esistenza che si tramanda nei secoli.

Ci puoi raccontare il perché di questa scelta dell’Italia come nuova patria?

Si tratta di una scelta occasionale dettata anche dall’amore che nutro per la cultura mediterranea; La storia è assai lunga, ma posso solo dire che una serie di vicissitudini mi hanno portato in questa meravigliosa terra ricca d’arte e di cultura.

Come è nata la tua passione per la lingua e letteratura italiana, visto che

leggi Boccaccio e Dante accando ad Adonis e Ahmed Shawqi?

Tutto è iniziato nella mia terra d’origine, l’Egitto. Sono sempre stato proiettato verso il futuro e ho sempre ritenuto valido già dagli esordi, un discorso cosmopolita e globale dove ciò che conta è l’identità personale con tutte le sue sfaccettature. Da lì parte la ricerca di un ponte naturale che crei un rapporto tra una zona geografica e un’altra; ciò è un imperativo imposto sui criteri di valutazione tra i ponti artificiali di un paese o di un altro. La passione per i letterati italiani corrisponde, per me, a un’esigenza innata con la mia passione per l’arricchimento culturale che ho ereditato in famiglia; un amore viscerale per la cultura, per la conoscenza che mio padre mi ha inculcato fin dall’infanzia. Tutti i grandi letterati hanno spaziato al di fuori di essi perché credo non esista o non sia possibile scrivere senza prima saper leggere, e, senza dubbio, non possono mancare nelle letture i testi classici che incentrano i loro temi sull’identità personale e non sulla futilità dei fatti. Per concludere ciò che mi interessa è una scrittura di un certo spessore, che faccia riflettere, che obblighi l’individuo ad un viaggio introspettivo dentro se stesso, una sorte di passaggio attraverso il Purgatorio tra l’Inferno e il Paradiso.

In Egitto hai fatto anche l’attore di teatro e curavi giornali scolastici. Lo fai ancora adesso in Italia?

L’esperienza teatrale costituisce un fatto di una certa rilevanza, per me. Il teatro ha sprigionato dentro di me la voglia di instaurare “il primo ponte “ tra me e il pubblico ed ha costituito una scuola di vita basilare per la mia conoscenza dell’animo; una conoscenza diretta per quello che concerne il mio rapporto con la platea, e una conoscenza indiretta per i testi teatrali che hanno aumentato la mia sete di arricchimento culturale. Il teatro, inoltre, è la messa in scena degli autori da me amati; un giorno personaggio pirandelliano, un altro shakespeariano: l’incarnazione di mille identità, di mille culture alle basi delle quali, però, gli stessi valori, gli stessi insegnamenti. In Italia ho replicato l’esperienza teatrale attraverso un teatro-laboratorio con dei giovani dilettanti ed è stata una esperienza molto edificante. Ora per motivi di tempistica utilizzo la maggior parte del tempo a mia disposizione per scrivere. Ricevo molte richieste di partecipare a dibattiti, conferenze anche nell’ambito scolastico e, spesso, approfitto nell’ouverture delle serate di espormi con degli stralci teatrali italiani e, su richiesta, anche in lingua araba.

Ti sei dato anche alla poesia e alla scrittura di racconti e romanzi. Ce ne puoi parlare?

Mi piace scrivere a tutti gli interlocutori perché ho da dire ma dietro ad ogni genere letterario c’è uno stimolo ben preciso:per quanto riguarda i racconti per bambini nascono da una richiesta fatta dagli stessi ragazzi durante la rappresentazione nelle scuole “delle fiabe dal mondo”: serie di racconti fiabeschi di diverse etnie con il patrocinio di varie associazioni culturali. Proprio grazie ad una di esse, nell’anno 1997, proclamato dal Parlamento europeo anno contro il razzismo e la xenofobia, mi è stato affidato il compito di onorare questo avvenimento attraverso le strofe di alcune mie poesie raccolte successivamente e redatte grazie all’associazione stessa. Per questi motivi, per gli stimoli ricevuti ho spaziato con i miei scritti a trecentosessanta gradi nell’universo letterario.

Di cosa si occupa il giornale News of World che dirigi? Pubblichi anche testi in arabo?

Il giornale si occupa di notizie di cronaca dal mondo, di news, attualità, con un occhio di riguardo per il mondo artistico in tutte le sue forme: cinema, arte, fotografia, mondo femminile e dove viene tradotto a puntate il mio libro “Il segreto di Barhume”. Il materiale presente nel mio sito www.ghonim.it viene tradotto dall’italiano all’arabo.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei dare alla stampa un paio di racconti; uno sull’incontro tra Oriente e Occidente e una narrazione contro la circoncisione. Vorrei inoltre pubblicare un libro di fiabe per bambini. Ho creato su facebook un gruppo chiamato: “Alleanza globale della cultura”. Il suo scopo è quello di incrementare le riflessioni, la cultura, la ricerca tecnologica e scientifica, spirituale e religiosa e comportamentale, potenziare le traduzioni da una lingua ad un’altra allargando i confini per dipingere una nuova prospettiva della realtà mondiale. L’idea di una “Alleanza globale della cultura”serve a risvegliare le menti passive e convogliarle in un’unica entità; come un laboratorio che produce un bagliore intellettuale ove tutte le menti possono attingere da qualsiasi luogo. Un laboratorio dove non esista consenso o disapprovazione; ma l’esposizione di un dibattito interattivo che può essere accettato o meno, tenendo presente che la tendenza della società attuale è l’ingresso di idee provenienti dai diversi angoli della Terra. L’obiettivo che si pone l’Alleanza è la cultura aperta a tutti, senza che l’origine, la religione o qualsiasi appartenenza ad un’ideologia possa ostacolarne il dialogo.

Questo mio progetto ha l’obiettivo di adottare ogni iniziativa che mira a promuovere la consapevolezza culturale, la diffusione delle innovazioni su Internet e/o su una rivista, il lavoro di organizzazione di seminari e concorsi di tipo artistico e letterario e l’invito di intellettuali al dialogo. Essa si dovrà interessare a tutte le forme di cultura: arte, letteratura, musica, ect. e alla divulgazione di idee e punti di vista, al fine di rappresentare un centro di irradiazione della cultura e civile di qualunque paese; dunque lo scopo è quello di spargere e tradurre le innovazioni nelle diverse lingue del mondo. I progetti ci sono, ora spero che aderiscano persone, artisti consapevoli della bellezza di questa iniziativa con un atteggiamento onesto e sincero.

Ti senti un po’ italiano? E quali sono, seconto te, i presupposti per una buona convivenza all’interno della società italiana?

Mi considero cittadino del mondo; e il mondo per me è un Paese. L’essenziale è che chi vive un Paese deve erigere, costruire, edificare deve potenziare con un apporto personale. Io dove vado costruisco perché credo nell’umanità, non credo nelle armi e nella guerra, ma la mia arma consiste nella parola che sta alla base della convivenza civile. Io credo nell’amore tra i popoli, nella giustizia, nel bene, nella ricerca di un equilibrio sia interiore che esteriore; credo e spero in una società che non condanni senza conoscere; per concludere oserei affermare che i presupposti per una buona convivenza all’interno di questa società o all’interno di altre sono il rispetto da entrambe le parti, e la volontà di conoscere sinceramente gli altri.

Ci puoi leggere un brano delle tue poesie?

Leggerò un brano tratto dalla silloge “Colombe raggomitolate” intitolato L’invito.

L’anima s’accosterà all’anima,

Se la nostra terra è unica?

La razza si dissolverà nella razza,

Se la carnagione è unica

E il sangue che fluisce è scarlatto?

Chiedo, chiedo soltanto.

Che senso ha uccidere, discriminare,

Quale sapore ha l’odio?

V’invito a togliere le spine dall’anima,

Annullate le frontiere.

Oltrepassiamo la guerra!

Dividiamo il pane…

V’invito a costruire una casa;

Tessiamo una tela.

Prendiamoci per mano

E abbatteremo tutti i muri.

Eliminiamo l’invidia:

Rsti sulla terra

Nient’altro che l’amore.

(Centro studio della cultura araba)

ghonim

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