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Ghonim Mohamed

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Intervista a Ghonim Mohamed

Intervista a Ghonim Mohamed
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Nelle sue opere la cultura araba e quella occidentale si incontrano. E’ un incontro felice?

Quando sono giunto in Italia ho incontrato il mio ” primo amore”, non ho trovato alcuna differenza tra di noi perché la cultura che l’uomo acquisisce fin dalla culla, è costituita dall’ambiente, dal clima, da tradizioni, patrimoni filosofico-storico-sociale che si incontrano in un punto tra due estremi di un’equazione o più: l’io e l’altro, il sonno e la veglia, la lontananza e l’avvicinamento, il primo giorno e l’ultimo, la fame e la sazietà. Ci sono molte equazioni che formano la struttura umana e si incontrano nel punto focale fra le due parti per realizzare un impellente necessità di completamento. A questo punto, se noi guardiamo a Occidente o ad Oriente dobbiamo riconoscere il punto di congiungimento perché a est corrisponde ovest; a ovest corrisponde est, perché a nord corrisponde sud; e a sud corrisponde nord. Questo punto non è altro che la distanza tra il confine che oltrepassiamo alla ricerca della conoscenza e all’acquisizione di una sapienza e di una consapevolezza che permetta di raggiungere la felicità.

Io non sono venuto qui a mani vuote, ma trasportando la mia cultura che mi ha permesso di incontrare il mio primo amore: quindi di aprirmi un varco all’interno della comunità, tra il mondo intellettuale, politico e giornalistico: non ho trovato preoccupazione, disturbo, stato d’ansia e agitazione che abbiano diminuito la mia felicità. Al termine del discorso voglio aggiungere che la cultura deve essere un atto di fedeltà, diretta verso il luogo dove l’uomo intende vivere e per la durata della sua vita. Avrei potuto dialogare, in questo contesto, in modo accademico ispirato a testi, libri, opinioni, studi mediatici che sono all’ordine del giorno ma che però confondono il pensiero umano, la sua immagine e la disperdono dato il divario tra Nord e Sud o Est e Ovest. La prova di ciò è la disparità tra Nord e Sud anche se il paese ha un unico confine. Tuttavia, come ho affermato all’inizio del discorso, il luogo e l’ambiente determinano la differenza dal punto di vista culturale, degli stati d’animo e delle abitudini: il fatto di riuscire ad integrare in maniera corretta e sincera questi fattori  produrrebbe come effetto il fatto di creare un’orchestra melodiosa che, con la sua dolcezza e con la sua musicalità porterebbe ad un “incontro felice”, dove il fattore determinante è dettato dalla fedeltà al luogo e nel tempo.

Il suo mondo letterario è un mondo poetico e fiabesco, quali autori l’hanno maggiormente influenzata?

La lettura mi ha sempre appassionato fin dalla mia adolescenza; mi ricordo quando mio padre ripeteva ossessivo di studiare con diligenza e di non smettere mai di leggere per questo mi sono avvicinato al mondo della letteratura e della poesia :mi hanno sempre entusiasmato le letture dei testi di Dostoevskij, Shakespeare, Tolstoj, Dante, Boccaccio, Voltaire, Baruch Spinoza, Umberto Eco,Ariosto, Petrarca,Pirandello,Goethe e per quanto riguarda gli arabi Yehia Haqy, Taha Hussein,  Tawfiq Al-hakim, Youssef Idris, ect. Ect (è il mondo globale della scrittura che mi ha influenzato, non un genere o un altro)

Il suo primo libro è il segreto di Burhume pubblicato per la prima volta nel 1994 dall’associazione Les Cultures, ci parli dei temi da lei trattati.

Il tema trattato in questo libro viene racchiuso in una rappresentazione allegorica della condizione umana; dove viene descritto in termini filosofici un repertorio di conflitti interiori ed esteriori che appartengono alle figure umane in esso rappresentate;c’è il barbiere, lato oscuro del libro;c’è una maga, rappresentante esoterica,Agolungo l’uomo allampanato ricco di saggezza anche se considerato lo “scemo del villaggio”, l’uomo giallo identikit dello stato tecnocratico del ventesimo secolo e un ‘infinità di personaggi che ci permettono un viaggio in interiore homine.

Nel libro “il Ritorno” affronta tematiche più drammatiche come la perdita dell’identità, la schiavitù, lo sfruttamento, i pericoli di una società tecnocratica, è più pessimista di dieci anni fa?

Non è questione di pessimismo è anche un fatto di essere realisti perché per me l’umano ha in se una miriade di sentimenti che determinano delle scelte di vita ben precise e che si ripetono nei secoli; l’uomo è sempre uomo e determinate situazioni fanno parte di esso. Il punto bianco, il filo conduttore non sono altro che la speranza che nutre l’umanità, la chiave per raggiungere la felicità e la pace interiore. (Non parlerei assolutamente di pessimismo).

Ha anche scritto piéces teatrali ce ne vuole parlare?

L’esperienza teatrale che mi vede coinvolto è di vecchia data, più precisamente corrisponde al periodo adolescenziale dove mi ritrovo a mettere in scena opere di Shakespeare dirette da mio fratello in un teatro paesano; successivamente ho interpretato le grandi opere teatrali classiche di Pirandello e altre. Dopo la mia esperienza ho scritto diverse pieces come l’Immigree-Il ritorno dall’assenza, l’Asino di paglia, e altre.”Dammi un teatro e ti darò un popolo”(Shakespeare) è il motto che da sempre mi accompagna.

E’ nato in Egitto sul finire degli anni 50. Che ricordi ha della sua infanzia? Sogna di tornare a vivere in Egitto?

Sono nato in un villaggio dove la maggior parte della popolazione è formata da brava gente; un paese di nome Il Milliten (Milla più Milla corrisponde a Milliten) che significa le due religioni. Non ho capito, da giovane, il vero significato di tale parola anche se vivevo e frequentavo una scuola circondata da abitazioni di cristiani, da chiese, professori e studenti cristiani che insieme a noi musulmani formavamo un unico tessuto e nessuno ha mai distinto questo dualismo. Il rintocco della campana si fondeva con il richiamo dei minareti; in questi ultimi tempi ho capito il vero significato di Milliten dopo aver visto mani invisibili tramare in quel tessuto e aver creato uno scontro tra umani. Il mondo per me è un paese dove non ci devono essere confini geografici.

La verità è  un tesoro prezioso da tramandare alle nostre nuove generazioni, pensa ci sia spazio e rispetto nel nostro mondo per la verità o siamo troppo influenzati dalle distorsioni dei mezzi di informazione?

La verità, a mio avviso, è la somma del miscuglio cosmico e il perno di essa è l’uomo, che si differenzia e si distingue dal punto di vista cerebrale. L’intelletto rende esuberante l’uomo e trascina a se una parte di questo mix; trascorre il tempo tra contrasti, conflitti, sentimenti di paura, speranza, convinzione, avidità, amore, odio, attività, inattività, pigrizia, difficoltà: il conflitto che si pone tra due opportunità ha sottratto all’uomo stesso la capacità di concentrazione ed egli si ritrova da un estremo all’altro del conflitto.

All’universo è indifferente il fatto che l’uomo si trovi con una schiera o con un’altra perché non è limitato nel tempo: ma l’umano sa bene quanto breve sia la sua esistenza e il fatto di venire sostituito da un altro essere vivente; come una generazione verrà sostituita da un’altra ( sa’ di questa verità) e una civiltà ergersi su di un’altra. Il nocciolo della questione è che una visione è diversa da un’altra; quello che io credo verità non è condiviso da altri poiché i tempi, le epoche trascorrono; nel passato l’accordo su qualche verità era inferiore al disaccordo e la causa di ciò sono stati i conflitti tra i due estremi di ciò che è stato fatto per una classe di ideali d’amore, di bontà, di bellezza, di giustizia, e una dinamica d’odio, di cattiveria, di avidità. Il conflitto tra due squadre è esistito in vita fin dall’origine, ha cementato il miscuglio cosmico e trattato con esso la guerra fredda in corso. La verità sincera è che l’umano è nato con l’attitudine di scoprire le contraddizioni dentro di se’ e avere la forza del libero arbitrio nella vita.

Il messaggio alle generazioni future è quello di fare uno sforzo mentale, compiere un percorso di riflessione, ovunque e comunque, nonostante la varietà di lingue, in modo che la nuova generazione riesca a migliorare le sue scelte: che non attenda “ il sole” in presenza di dense nubi; essa deve cercare il calore attraverso l’ intreccio di una trama e di un ordito multietnico che percorra una via migliore. Questo sguardo sognante fa parte di quella verità considerata tesoro sepolto sotto la coscienza umana; bisogna rispolverare la sua energia per un lavoro inter- homine. La politica ha una grande influenza sui mass-media che sono diretti da chi li sovvenziona e che rimarranno in tale direzione; che siano diretti verso la zona A o verso la zona B. Per zona A intendo gli assetati, gli affamati, i desiderosi d’amore, di bellezza, di giustizia,ovvero del bene; per la zona B, i desiderosi di fama, di lussuria,e di danaro.

Finchè comparirà “il mass-media” che porterà l’equilibrio tra le due parti e formerà un recinto per proteggere l’umanità da se stessa.

Quale è il libro più bello che ha letto e quali preziosi insegnamenti le ha dato?

E’ approssimativo affermare di aver letto un libro più bello di tutti; ma posso confermare che la raccolta di novelle “Le mille e una notte” appartengono ad un libro che spesso rileggo volentieri perché in esso prodigio e normalità si intrecciano e si disciolgono l’uno nell’altra, e dove la magia diventa il perno attorno al quale ruota il racconto e l’essenza delle cose. Questo è ,secondo me, un libro di un certo spessore che ti propone un viaggio in un mondo dove vi è una netta distinzione tra il Bene e il Male; dove vengono tramandati messaggi spirituali, soprannaturali attraverso delle allegorie che altro non sono che immagini fantastiche di altri mondi, trionfo di incontaminazione, purezza, spontaneità, ingenuità, e spontaneità di cuore, cose che io bramo nei miei racconti e poesie.

Lei vive in Lombardia la regione più internazionale di Italia, il processo di integrazione tra culture a che punto è?

La Lombardia ha raggiunto un buon sviluppo industriale, tecnico, tecnologico e per questo si ritiene la regione più internazionale d’Italia ma per quanto riguarda la regionalizzazione degli stranieri essa non può avvenire completamente affinchè l’individuo residente non sia in grado di permettere l’integrazione stessa: ciò perché quest’ultimo nel suo bagaglio culturale è ricco di pregiudizi, di preconcetti e di arroganza inoltre non tiriamo in ballo il discorso religioso che in modo più assoluto non deve venire considerato l’eterna causa di atti immorali che vengono compiuti. Il processo di integrazione è ancora rudimentale, c’è ancora molto da fare però con parsimonia e con diligenza si può ancora raggiungere lo scopo.

Lei ha pubblicato “Cento memorie per il futuro millennio”, quanto incide la memoria sulla sua creatività?

La memoria è tutto; è l’individuo: la sua storia, la sua coscienza, la sua conoscenza che è indispensabile perché se non sai chi sei non saprai dove andrai-  cosa vale un individuo senza memoria? La memoria per la mia creatività è tutto, senza di essa non potrei scrivere perché non avrei coscienza e opinioni, sarei un burattino. Per quanto riguarda il libro esso ha voluto congelare delle folgorazioni di artisti, poeti, fotografi e musicisti sotto forma di aforismi, graffianti sberleffi, disegni e concetti seri e non. In questo contenitore sono stati raccolti alcuni manufatti artistici che trovano valore e fascino nella loro imprevedibilità. La cosa più importante è che  con esso sono stati finanziati progetti sociali e umanitari.

Anche questo significa “memoria”.

Ha pubblicato la raccolta di poesie “Il canto dell’amore” contro il razzismo e la xenofobia, cos’è per lei l’amore?

Ho cantato l’amore in tutte le mie poesie e ho scritto un inno all’amore nel testo “Il canto dell’ amore” ovazione di amore e di pace. Nella silloge “Colombe raggomitolate” tratto da IL MIO CANTO:

/io non intendo linguaggi oltre quello che comprendo.

Lo esprimo con parole, incise tra i margini del foglio

lo leggo dalla prima nascita,

da quando sono nato la mia bocca ha conosciuto

il capezzolo del seno

l’ho abbracciato tra le mie labbra../

Un amore del quale mi sono nutrito dalla nascita; l’amore significa vita, di conseguenza colui che ne è privo è un essere morto; l’amore è  un conforto per l’anima che ci dà un equilibrio psichico e ci permette di vivere la vita intensamente, un termine letterario che lo riveste: fine affascinante,dolce, fresco, melodioso, luminoso che rende esplicito la bellezza della vita e che mi rende amalgama d’amore; se tu mi chiedessi quale fosse il mio desiderio in questa vita, ti risponderei che sarebbe l’augurio di venire amato fini all’ultimo respiro.

Ha curato “Siamo venuti a cantarvi le nostre canzoni”, opera che fa dialogare con la poesia ragazzi stranieri della scuola media Tito Livio di Milano. Che impressioni ha avuto da questa esperienza?

Questa è una tra le innumerevoli esperienze del genere nell’ambito scolastico avvenute a Lecco, a Como, a Milano, a Rimini, ect . Le impressioni sono molto positive come esprimono i ragazzi stessi nei miei confronti, nell’interesse nutrito in tali esperienze dove taluni commenti affermano che le mie parole hanno una forza vitale, donano amore con la A maiuscola; altri ribattono che l’utilizzo della poesia per sottolineare l’uguaglianza di tutti, al di là delle apparenti differenze è un valore inestimabile. Altri ancora descrivono le mie parole come un vero e proprio atto d’amore che “silenziosamente” vengono sparse, perché germoglino in noi il seme della tolleranza. Che altro aggiungere?

E’ direttore del giornale egiziano News of  World. Si può fare ancora “buona” informazione?

Penso di aver risposto, riflettendoci bene, con l’analisi dettagliata compiuta nella risposta numero 7

Ci sono autori esordienti che l’hanno particolarmente colpita?

Io amo la lettura, soprattutto quella classica ma credo che anche autori esordienti abbiano il diritto di esprimere i loro sentimenti e a questo proposito vorrei aggiungere che sono in contatto con diversi scrittori e per questo motivo mi sembra irriverente fare un nome piuttosto di un altro.

E’ una persona religiosa? Chi è per lei Dio? Quale suo volto le è più  vicino?

Dio è colui che mi ha plasmato; a Lui sono sottomesso come ognuno di noi: beviamo della sua acqua, respiriamo la sua aria, camminiamo sulla sua terra, ci esponiamo al suo sole e Lui è il Creatore…noi creiamo? Il volto a me più vicino corrisponde a quello della pace, del perdono,dell’amore,della misericordia,della nascita, della morte sono alcune tra una miriade di sfaccettature che gli appartengono perché Egli è il Tutto.

Ha scritto un bellissimo libro di fiabe dal titolo “L’aquila magica”. E’ indirizzato prevalentemente ai bambini o si rivolge anche agli adulti?

I miei libri sono rivolti a chi ama leggere; non esiste una fascia d’età prestabilita; principalmente scrivo perché ho delle cose da dire e non mi pongo il problema di chi si appresta a comprare i miei testi.

Pensa come la Sherazahde della “Mille e una notte” che raccontare fiabe ci salvi la vita?

Io credo di si, perché do un grande valore alla parola, come dimostrano i versi della mia poesia:

La parola non e’ un gioco

nè un divertimento

la parola è il pegno della vita

la parola e’ una spada di cui si cinge il cavaliere

sguainata davanti agli occhi dell’ingiustizia

svelle le radici dei morti. (Colombe raggomitolate)

In principio era la Parola …la parola può essere la salvezza se noi sapessimo raccontare ai nostri figli le novelle come quelle di Sherazahde…cosa accadrebbe se li nutrissimo con del cibo avariato? E se invece porgessimo loro del cibo sano?

Quale poeta occidentale preferisce?

Potrei citare un’infinità di artisti come Leopardi, Malarmé, Baudelaire, ma quello che spesso mi ritrovo a leggere è Dante Alighieri degno rappresentante degli artisti italiani.

A che opera sta lavorando attualmente , può anticiparci qualcosa sulle tematiche che tratterà?

Una fiaba per bambini “La dimora incantata” contro il razzismo e la xenofobia; “Il mio amore Barbara” storia d’amore tra un egiziano e una italiana, per l’incontro di due civiltà; una novella sulla circoncisione femminile e sto per portare a termine un libro di poesie.

(Intervista By Shanmei da Liberi di scrivere)

 

ghonim

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